Ralph Waldo Emerson

Gli uomini rappresentativi
A CHE COSA SERVONO I GRANDI UOMINI





E' naturale credere agli uomini grandi. Se gli amici d'infanzia ci apparissero improvvisamente come altrettanti eroi o di reale prosapia, ne saremmo sorpresi? Sorgono semidei all'alba di ogni mitologia, e questa circostanza è certamente alta e poetica; perché essa significa che il genio predomina. Nella leggenda di Gotamo, i primi uomini si nutrirono di terra e trovarono questo cibo deliziosamente dolce.

La natura sembra esistere soltanto per coloro che eccellono. Il mondo è sostenuto dalla personalità degli uomini migliori; essi rendono la terra sana. Coloro che vissero con essi hanno trovata la vita gioconda e piena. Perché la vita è soltanto dolce e tollerabile quando noi abbiamo fede in tali esistenze; e, effettivamente, o idealmente, noi ci studiamo di vivere con degli esseri superiori. Non sono forse denominati con i nomi loro i nostri figli e i luoghi che abitiamo? Il loro nome è trasformato nei simboli della lingua, l'opere, le immagini loro ornano i muri delle nostre case, ogni circostanza della giornata è utile per ricordarci un aneddoto che li concerne.

Cercare e scoprire l'uomo insigne è il sogno della giovinezza e la maggiore preoccupazione della virilità. Noi viaggiamo per trovare le sue opere e, se ci riesce possibile, per incontrarlo. Ma la fortuna spesso ci conduce ove desideriamo di trovarci.Voi dite: Gli Inglesi sono gente pratica, ospitali sono i Tedeschi, a Valenza il clima è delizioso e sulle colline di Sacramento, basta curvarsi per cogliere dell'oro. E vero, ma io non viaggio già per trovare delle genti ricche, ospitali o piene di comodità, oppure un cielo di cobalto o dei lingotti che costino carissimi. Ma se esistesse una calamita che potesse volgere le sue spire magnetiche verso le contrade e le case in cui vivono coloro che sono intrinsecamente ricchi e possenti, tutto venderei per acquistarla e da quel momento stesso mi metterei in cammino. La razza, secondo noi, procede per mezzo del credito che i Grandi suscitano. Il fatto di sapere che vive in una città un uomo che ha inventato le ferrovie aumenta il credito di tutta la cittadinanza; mentre delle popolazioni enormi che sono prive di un uomo insigne, sono disgustose, come del formaggio verminoso, come un ammasso di formiche e di pulci: maggiore è il numero, minore il valore. La nostra religione consiste nell'amare e prediligere questi dominatori. Gli Dei delle Favole altro non sono che i momenti migliori degli uomini grandi. Noi modelliamo su di un unico stampo tutti i nostri vasi. Le nostre colossali teologie del Giudaismo, del Cristianesimo, del Buddismo, del Maomettanismo, sono la necessaria azione formatrice dello spirito umano. Colui che studia la storia è come un tale che entri in un negozio onde acquistare dei tessuti o dei tappeti. Egli è sicuro di trovarvi un nuovo tessuto. Se invece si reca alla manifattura d'origine vedrà che la nuova stoffa non fa che ripetere continuamente i rosoni e le volute che si veggono disegnati sulle mura interne delle Piramidi di Tebe. Il nostro teismo è la purificazione dell'umano spirito. L'uomo non può dipingere, o creare, o pensare altra cosa che l'uomo. Egli crede che i grandi elementi materiali abbiano tratto la loro origine dal suo pensiero; e la nostra filosofia scopre una sola essenza raccolta e distribuita.


Orbene, se noi conduciamo un' inchiesta sulle diverse specie dei servizi altrui, dei quali beneficiamo, stiamo in guardia circa i danni degli studi moderni, e prendiamo le cose molto da lontano. Non bisogna lottare contro l'amore o negare l'esistenza sostanziale degli altri. Non so che cosa ci accadrebbe. Noi siamo in possesso di forze sociali. La nostra affezione per gli altri crea una specie di profitto e di acquisto che niente può supplire. Io posso compiere a pro di un altro quello che non riesco a fare per me solo. Posso dire a tutti quello che, nonostante tutto, non riesco di confessare a me stesso. Gli altri sono delle lenti attraverso le quali leggiamo i nostri più profondi pensieri. Ogni uomo cerca coloro che sono più diversi di lui e coloro che sono, nel loro genere, i migliori; cioè egli cerca degli altri uomini, che siano maggiormente altri. Più forte è la natura e con maggior forza essa reagisce. Scegliamo la qualità pura. Non curiamoci di un piccolo genio. Una differenza rilevante esiste tra gli uomini. Si occupano o no dei loro affari? L'uomo è quella nobile pianta endogena che cresce, come la palina, dal di dentro al di fuori. L'azione che tenta, benché impossibile altrui, può essere da lui incominciata con lievità e celerità, come se scherzasse.

E facile allo zucchero di esser dolce e al salnitro di essere salato. Spesso noi ci affatichiamo sconsideratamente al fine di prendere in trappola quello che può caderci in mano da se. Io reputo un grande uomo colui che vive in una sfera più elevata di pensieri, alla quale altri uomini non riescono a sollevarsi se non con grandi sforzi e difficoltà. Egli non ha che da aprire gli occhi per scorgere le cose nella loro vera luce e con vaste prospettive; mentre gli altri uomini, devono correggere continuamente il loro angolo visuale e tenere un occhio vigile su ogni sorgente d'errori. D'uguale specie è il servizio che ci rende. Costa così poco ad una bella persona fissarsi nei nostri sguardi con la sua immagine; eppure quale magnifico benefizio ne deriva. Non costa certamente di più ad un'anima saggia il comunicare la sua qualità agli altri uomini! E ciascuno può facilmente produrre quanto ha di meglio in sé: "Pochi mezzi, massimi effetti" E veramente grande colui che meglio riflette la sua natura e che mai, in verun modo, ci ricorda un altro o gli altri.

Ma occorre che si riallacci a noi e che la nostra vita riceva da lui qualche promessa d'essere resa più chiara. Non posso dire quello che veramente vorrei sapere, ma ho osservato che vi sono delle persone che, mediante il loro carattere e le loro azioni, rispondono a certi quesiti che non ho l'abilità di pormi. Un uomo risponde a determinate questioni che nessuno dei suoi contemporanei ha prospettato e isolato. Le filosofie e le religioni del passato rispondono a loro volta a qualche quesito. Certi uomini ci appaiono dotati di ricche possibilità, ma, resi impotenti dalle circostanze, dai tempi e dalla loro stessa impossibilità fatto dovuto forse a qualche oscuro istinto che è nell'aria - sono muti alle nostre necessità. Ma i grandi ci sono sempre vicini. Di primo acchito li riconosciamo: essi soddisfano la nostra attesa e si trovano immediatamente al loro posto. Tutto quello che è buono riesce efficace, creatore: sa crearsi il posto conveniente, procurandosi gli alimenti necessari e procurandosi alleati. Una mela di qualità produce i semi, una ibrida no. Se un uomo si trova al posto per cui è creato, diventa fertile, costruttore, magnetico, impone le sue direttive a interi eserciti, ed è seguito impeccabilmente. Il fiume forma da sé le sue rive ed ogni idea legittima è benvenuta e si scava i suoi canali: delle messi come alimento, delle istituzioni come espressione, delle armi per combattere, dei seguaci per diffondere il verbo. Il vero artista ha come piedistallo la terra intera; l'avventuriero, dopo anni e anni di lotta, non ha che lo stretto terreno calpestato dalle sue scarpe.

Il nostro discorso verte su due sorta di servizi o di utilità che gli uomini si ripromettono dall'essere superiore: Un dono diretto che si allaccia all'istintiva credenza degli uomini e un dono indiretto di aiuto materiale o metafisico, come quello della salute, della giovinezza eterna, dell'intuizione, dell'arte di guarire, della potenza magica e della profezia. Il fanciullo crede che esista un maestro che gli può vendere la saggezza. Le chiese credono al merito avente origine divina. Ma, strettamente parlando, noi non conosciamo gran che circa i servizi resi direttamente. L'uomo è endogeno e l'educazione n'è il naturale sviluppo. L'aiuto che altri ci può portare è una cosa meccanica paragonata con la scoperta della natura che operiamo in noi. Tutto quello che in tal modo s'insegna riesce dilettevole a compiersi e l'effetto dura. La morale più diritta è centrale e procede dall'interno all'esterno. Il donare è contrario alla legge dell'Universo; servire altrui significa servire noi stessi. Bisogna che nel mio intimo io mi assolva. Lo spirito dice: " Bada alle tue faccende. Superbo, vorresti forse occuparti dei cieli o delle altre genti?1>. Resta il servizio indiretto. Gli uomini possiedono delle qualità eminentemente pittoriche o rappresentative e ci servono nel campo dell'intelligenza: Behmen e Swedenborg hanno compreso che le cose erano rappresentative. Anche gli uomini sono rappresentativi, in primo luogo delle cose e in secondo luogo delle idee. Come le piante trasformano i minerali in cibo per gli animali, così ogni uomo trasforma qualche materia organica a profitto dell'umanità. L'inventore del fuoco, dell'elettricità, del magnetismo, del ferro, del piombo, del vetro, del tessuto di lana, della seta, del cotone; i fabbricatori di utensili, l'inventore del sistema decimale, il geometra, l'ingegnere, il musico; ciascuno d'essi, nei rispettivi campi, apre a tutti una strada facile, attraverso ignote ed impraticabili confusioni.

Ogni uomo si riallaccia - per qualche ignorata affinità - a qualche segreta parte della natura, di cui è insieme il rappresentante e l'interprete, come lo è Linneo delle piante, Huber delle api, Fries dei licheni; Van Mons delle pere; Dalton delle forme atomiche; Euclide delle linee, Newton delle flussioni.

Un uomo è, per la Natura, un centro che intreccia dei fili d'irradiazione a traverso tutte le cose, fluide e solide, materiali ed elementari. La terra gira, ogni zolla e ogni pietra gravitano sul meridiano; così qualunque organo, o funzione, acido, cristallo, grano di polvere sono in relazione diretta con il cervello. Lunga è l'attesa, ma arriva la loro volta. Ogni pianta ha il suo parassita e ogni cosa creata il suo amante ed il suo poeta. E già stata resa giustizia al vapore, al fuoco, al ferro, alla legna, al carbone, all'amianto, all'iodio, al grano, al cotone; ma ben pochi materiali sono usati dalle nostre arti. La grande massa delle creature e delle qualità è ancora nascosta e in attesa. Sembra che ciascuna d'esse, come la principessa incantata dei racconti delle fate, attenda l'uomo eletto, predestinato a liberarla. Bisogna che ciascuna d'esse sia liberata dall'incanto e, umanizzata, proceda verso lo splendore del giorno. Nella storia delle scoperte sembra che la verità latente si sia foggiato un cervello a se. Bisogna che uno spirito si sia incarnato, in qualche Gilbert, o Swedenborg, oppure Oersted, prima che lo spirito universale riesca ad utilizzarne la potenza.

Se noi ci limitiamo ai primi risultati, una sobria grazia è inerente ai regni minerale e vegetale che, nei momenti supremi, si manifesta con il fascino della natura: lo splendore del fluoro, la precisione dell'affinità, il taglio simmetrico degli angoli: luce e oscurità, caldo e freddo, fame e cibo, dolce e amaro, solido, liquido o gas ogni cosa ci avvolge, simile a deliziose ghirlande riversanti l'illusione sulla vita, mediante la varietà dei loro contrasti. L'occhio ripete ogni giorno il primo elogio delle cose: ~ Egli vide ch'erano ottime ". Noi sappiamo dove trovarle, e questi deliziosi agenti non sono mal così cari come dopo aver fatto un'esperienza di desiderio. Noi vantiamo inoltre dei titoli ai maggiori vantaggi. Qualche cosa difetta alla scienza fino a che non è diventata carne. Una cosa è la tavola dei logaritmi e un'altra è il suo apporto, nel campo della botanica, della musica, dell'ottica, dell'architettura. I numeri, l'anatomia, l'architettura, l'astronomia progrediscono a prima vista in maniera incredibile quando, uniti con l'intelletto e la volontà, s'innalzano alla vita e riappaiono, nella conversazione, nel carattere, nella politica.

Ma questo accade più tardi. Noi, per ora, non parliamo che della nostra famigliarità con essi, nella sfera che è loro propria e della maniera con la quale riescono ad affascinare e attrarre qualche genio che non si occupa che di una determinata cosa durante tutta la sua vita. L'identità tra lo studioso e la cosa studiata stabilisce la possibilità dell'interpretazione. Ogni cosa materiale ha un riflesso celeste; attraverso l'umanità trasvola nella sua necessaria sfera spirituale, dove rappresenta una parte tanto indistruttibile quanto ogni altra. È verso questo fine che tutte le cose gravitano. I gA si riuniscono ai solidi firmamenti; la particella chimica giunge alla pianta e cresce; giunge a! quadrupede e cammina; perviene all'uomo e pensa... Ma nel tempo stesso ciò che è costitutivo in sé, diventa rappresentativo... Il simile non può esser noto che al simile; la ragione per la quale due cose similari si conoscono consiste nel fatto che appartengono alla stessa specie. Sono appena uscite dalla natura dove han cessato di appartenere ad una cosa similare. Il cloro animato riconosce il cloro, e lo zinco incarnato lo zinco. La loro qualità procede; e può svelare pubblicamente le qualità diverse perché ognuna e composta di esse. L'uomo nato dalla polvere del mondo, non dimentica la sua origine; e tutto quello che oggi è ancora inanimato un giorno parlerà e ragionerà. Sarà rivelato il profondo segreto dalla natura nascosta. Diremo che le montagne di quarzo produrranno la polvere d'infiniti Werner, Von Buch, e Beaumont? E che il laboratorio dell'atmosfera nasconde, scomposti, non so quali Berzelius o Davy?

Così, eccoci dunque accanto al fuoco e nelle condizioni di stendere le mani sui due poli della terra. È questa quasi onnipresenza che supplisce alla debolezza della nostra condizione. Non sembra che sia una ben povera cosa vivere una volta sola tali giorni celestiali in cui la terra ed il cielo s'incontrano e s'adornano a vicenda? Non vorremmo forse avere mille teste, mille corpi, onde poterne celebrare l'immensa bellezza in ogni luogo ed in ogni maniera? E forse un'immaginosa fantasia? Ma, in buona fede, noi siamo moltiplicati dal nostro prossimo. Con quanta facilità noi accettiamo di compiere i loro lavori! Ogni nave che giunge in America, è in debito verso Colombo della sua carta marina. Ogni poema è debitore d'Omero. Ogni stipettaio che scolpisca o bulini, toglie a prestito da un obliato inventore. La vita è cinta da uno zodiaco di scienze; contributo di uomini che sono morti per fissare un loro punto luminoso nel nostro cielo: L'ingegnere, il negoziante, il giurista, il medico, il filosofo, il moralista, il teologo. Ogni altr'uomo, in quanto havvi qualche scienza, è un definitore e un creatore delle carte di latitudine e di longitudine della nostra condizione. Questi tracciatori di strade che pervengono a noi dalle più diverse direzioni ci arricchiscono continuamente. Bisogna allargare i nostri orizzonti e moltiplicare le nostre relazioni. Noi guadagniamo tanto a trovare nella vecchia terra una nuova proprietà, quanto a scoprire un nuovo pianeta.

Noi ci serbiamo troppo passivi nel ricevere questi soccorsi materiali o semi materiali. Non bisogna essere soltanto dei sacchi o dei ventricoli. Per salire un gradino ci serve anche la simpatia che sappiamo ispirare. L'attività è contagiosa. Guardando dove altri guardano e conversando delle stesse cose, noi siamo attirati dal fascino medesimo che li ha sedotti. Napoleone diceva: "Non bisogna battersi troppo spesso con il medesimo nemico, perché corriamo il rischio di insegnargli troppe cose".

Se un soccorso gli uomini possono offrire, questo ci vien dato dalla loro intelligenza e dal loro affetto. Ogni altro soccorso, a mio avviso, non è che falsa apparenza. Se voi cercate di offrirmi del pane e del fuoco, io mi accorgo che pago queste cose a caro prezzo e, in fin dei conti, mi lasciano tal quale mi hanno trovato, né migliore, né peggiore di prima. Ma ogni forza mentale e morale è un bene positivo acquisito.

Essa promana da voi, volente o no, e mi giunge profittevole, proprio quando io non ci avevo mai pensato. Io non posso sentir parlare di vigore personale di qualsiasi specie e d'una gran facoltà d'agire, senza sentirne rafforzata la mia risolutezza. Siamo spinti dall'emulazione di fare tutte le cose che sono nella possibilità dell'uomo. Le parole di Cecilia su Walter Raleigh: " Io so che può terribilmente soffrire ", stabiliscono un contatto elettrico. Così si dica del ritratto di Hampden, tracciato da Clarendon: " Egli (Hampden) possedeva un'attività ed esercitava una tale vigilanza, che nessuno tra i più laboriosi ed attivi riesciva ad eguagliano, ed era ricco di quelle qualità che nessuno tra i più intelligenti e penetranti riusciva a superare, mentre faceva mostra di un coraggio pari alle migliori sue facoltà personali": mentre lo stesso Clarendon dice di Falkland che " era un così severo adoratore della verità che gli sarebbe stato più facile rubare che dissimulare ". Non si può leggere Plutarco senza un fremito e condivido pienamente l'opinione del cinese Mencio: " Un saggio insegna a cento secoli. Sentendo parlare dei costumi di Loo, gli stupidi diventano intelligenti e gli indecisi, decisi".

Questo è il lato morale della biografia; pure riesce difficile ai trapassati di toccare il nostro cuore così efficacemente come possono farlo i vivi, i cui nomi, forse, non durano tanto. Chi è colui al quale non penso mai? Mentre in ogni solitudine si trovano quelli che sono pronti a soccorrere il nostro genio, stimolandoci meravigliosamente. Vi è nell'amore una chiaroveggenza che scopre il destino di un altro, meglio di quanto possa farlo questo altro in persona, spingendolo a sostenere la sua parte, e fronteggiare il suo fato con degli incoraggiamenti eroici. Vi è forse cosa maggiore e più intensa, nell'amicizia, che la sublime attrazione verso ogni virtù che sia nell'amico? Mai, in questo caso, noi getteremo la vita come una cosa da nulla.

E per questo che noi esaltiamo il senso dell'onore e, per un altro verso, il lavoro degli operai che costruiscono una ferrovia, non ci desterà più il sentimento della loro inferiorità.

E in questo ordine d'idee che rientra l'omaggio, purissimo, secondo me, tributato dagli uomini di tutte le classi sociali ad un eroe contemporaneo, si chiami Coriolano o Gracco, o Pitt, Lafayette, Wellington, Webster, Lamartine. Sentite l'applauso della strada? Il popolo non può saziarsi di vederlo! Un uomo è il suo delirio. Ecco:
Una testa ed un corpo. Quale fronte! Quali occhi! Delle spalle d'atleta e una figura eroica, che rivelano la forza interiore per far camminare la grande macchina. Quest'ebbrezza di piena espressione per tutto quello che è, ordinariamente nella privata esperienza, oscuro e irto d'ostacoli, sale sempre più in alto e costituisce il grande segreto della gioia che possiede il lettore davanti al genio letterario. Nessuna riserva; vi è fuoco abbastanza per fondere una miniera di minerale. Si può, sì, riconoscere la fortuna di Shakespeare nel fatto ch'egli sia, tra tutti gli uomini, colui che meglio conosce la lingua inglese e meglio sa esprimere con questa quello che vuole, pur tuttavia questi rivali non soffocati e questi vasti sbocchi d'espressione, altro non sono che salute e splendente costituzione. Il nome di Shakespeare invita a pensare ad altri benefizi d'ordine puramente intellettuale.

I senati, i re, con tutte le loro decorazioni, le loro spade e le loro armature, non pronunciano un solo complimento che equivalga la parola dell'essere umano, da una certa altitudine intellettuale; l'espressione di pensieri che presuppongono la sua intelligenza. Questo onore che, nelle relazioni tra uomo e uomo, può ripetersi due o tre volte, costituisce invece la diuturna prerogativa del genio. Il quale si accontenta se, nel termine di un secolo, la sua offerta può venire accettata e compresa.

Gli aflermatori dei valori materiali sono relegati, per così dire, al rango dei cuochi o dei confettieri, davanti agli affermatori delle idee. Il genio è il naturalista ed il geografo delle regioni sovrasensibili e ne traccia la carta; e aprendo dinanzi a noi nuovi campi di attività fa diminuire il nostro affetto devoto per coloro che ci precedettero. Questi nuovi campi d'attività sono immediatamente ammessi come la sola realtà possibile, mentre il mondo che ci circonda e che conosciamo, non ne è che l'apparenza.

Frequentiamo la scuola di ginnastica e di nuoto per mettere a prova la bellezza e il vigore del corpo; ebbene, si prova la stessa sottile voluttà e se ne ricava un più alto benefizio, essendo testimoni d'ogni fatto intellettuale superiore alla media, come sarebbero: Azioni dovute alla memoria, combinazioni matematiche, grande potenza di astrazione, potere trasformante dell'immaginazione, la stessa versatilità e la concentrazione; perché questi atti scoprono gli organi invisibili e le parti dello spirito, che rispondono, membro a membro alle singole parti del corpo. Perché noi in tal modo, penetriamo in un nuovo ginnasio e impariamo a conoscere gli uomini e a sceglierli, secondo i segni che più li contraddistinguono, educati da Platone " a scegliere coloro che possono, senza l'aiuto degli occhi o di qualunque altro senso, procedere alla scoperta della verità e dell'essere". In prima fila, tra queste attività, esistono i salti pericolosi, le meraviglie e le improvvise resurrezioni prodotti dall' immaginazione. Quando questa è in assoluto risveglio, la forza del singolo sembra moltiplicarsi dieci, mille volte. Essa eccita in noi il senso prestigioso della lllimitata grandezza, ispirando un'audacissima attitudine mentale.

L'elasticità mentale cresce a dismisura e una parola, in un discorso, dà ali alla fantasia schiudendo il volo del pensiero verso le vie lattee più lontane, mentre i nostri piedi si affondano nella polvere degli abissi. Questo è un reale beneficio, perché noi abbiamo il diritto a queste illuminazioni interiori e quando abbiamo varcati per una volta sola i limiti, mai più ritorneremo i miserabili pedanti di prima. Le alte funzioni dell'intelligenza sono così intimamente unite, che qualche potere d'immaginazione si trova d'ordinario, in tutti gli spiriti sommi; anche nei matematici di maggiore levatura, ma in modo speciale nei pensatori che possiedono un intuitivo abito mentale. Questa classe di spiriti serve all'uomo in quanto è altamente dotata della percezione dell'identità e di quella della reazione. Gli occhi di Platone, di Shakespeare, di Swedenborg, di Goethe non si fermano mal su una sola delle due leggi. La percezione di queste due leggi è una specie di misura dello spirito. I piccoli spiriti sono angusti; è peccato seguirli.

Naturalmente anche questi festini possono finire in un eccesso.L a tendenza che abbiamo a deliziarci unicamente della ragione, può degenerare in una idolatria di questi suoi araldi. E specialmente quando uno spirito possente ha insegnato agli uomini che noi soggiacciamo a tal sorta di oppressione. Il dominio di Aristotele, l'astronomia di Tolomeo, il genio di Lutero, di Bacone, di Locke e, nella religione, la storia delle gerarchie, dei santi e delle sétte che hanno assunto, ciascuna, il nome del loro fondatore, ne sono una prova. Ahimè, in tal caso ogni uomo è una vittima E la debolezza degli uomini che spinge il p9tere fino all'impudenza. Un talento volgare si delizia nel meravigliare e nell'accecare lo spettatore. Mentre il vero genio si studia di difenderci dalla sua influenza. Il vero genio non vuole impoverire, ma liberare; non togliere, ma aggiungere nuove possibilità spirituali. Se un saggio apparisse d'improvviso nel nostro villaggio, creerebbe, in chi lo avvicina, una nuova coscienza di ricchezza, svelando agli spiriti inosservati ed impreveduti vantaggi; stabilirebbe un ordine d'immutabile uguaglianza morale, ci calmerebbe con l'assicurarci che non possiamo essere ingannati; perché ciascuno di noi scorgerebbe chiarissimi i freni e le garanzie che offre la singola condizione. I ricchi vedrebbero dove sono veramente poveri e disprezzabili, i poveri scoprirebbero le vie di salvezza e le nascoste risorse della loro condizione.

Ma la natura fa sì che tutte queste cose accadano a suo tempo. La rotazione è la legge della natura. L'anima è impaziente di avere un padrone ed avida di cambiamento. Noi, altro non siamo che tendenze, o meglio, sintomi, e nessuno di noi è veramente completo. Noi non facciamo altro che sfiorare ed aspirare la spuma di molteplici esistenze, così, di gran carriera. La rotazione, ripetiamo, è la legge della natura. Quando essa ci dona un grand' uomo, esploriamo l'orizzonte per trovargli un successore, ma nessuno appare e nessuno apparirà. Con lui si estingue ogni possibilità di prosecuzione, e il genere in cui eccelle. Sarà in un altro genere, tutt'affatto diverso, magari opposto che darà un grand'uomo all'umanità. Non Jefferson, non Franklin, ma piuttosto un grande commerciante o un costruttore di strade; un istologo o un esploratore cacciatore di bufali, o nell'Est, un generale semiselvaggio. È in questo modo che noi teniamo testa ai nostri rudi dominatori; ma contro i migliori esiste un rimedio più sottile. Il potere che ci comunicano non appartiene ad essi. Quando Platone ci esalta con l'esposizione delle sue mirabili idee noi dobbiamo questa esaltazione non già a Platone, ma alle idee, verso le quali anche Platone è debitore.

Non devo dimenticare che noi siamo in modo particolare debitori verso una determinata classe. La vita è una scala di valori graduati. Tra un rango e l'altro dei nostri grandi uomini esistono larghi intervalli. In ogni epoca gli uomini si sono lasciati guidare da un esiguo numero d'individui i quali, sia per la qualità delle idee che incarnavano, sia per la larghezza dei loro poteri di attrazione, sono stati scelti come capi o legislatori. Costoro ci educano sulle qualità della natura primaria, ci iniziano, cioè, alla costituzione delle cose. Noi navighiamo continuamente sopra un fiume d'illusioni e ci divertiamo effettivamente a creare città e castelli in aria, con i quali vengono ingannati gli uomini che ci circondano. Ma la vita è soprattutto sincerità. Nei lucidi intervalli noi diciamo: ~ Spalancate le porte alla realtà; è troppo tempo che io porto sul capo il berretto di pelle d'asino. Noi vogliamo penetrare il senso della nostra economia e della nostra politica. Dateci la chiave del segreto e se cose e persone sono la partitura di una celeste musica, decifriamone dunque i divini accordi. Siamo stati derubati della nostra ragione, purtuttavia esistono degli uomini che sono stati dotati di una sana natura ben aderente alle cose. Quello che sanno, per noi lo sanno. Ogni nuovo spirito, svela un segreto della natura; e la Bibbia non potrà esser chiusa prima che sia nato l'ultimo grande uomo ".

Questi uomini modificano il delirio che invade gli spiriti terra terra, ci rendono attenti e ci indirizzano verso nuovi scopi e nuove possibilità di potenza. E la venerazione dell'umanità che destina questi esseri ai posti più alti. Ne è testimonianza l'innumerevole quantità di statue, di quadri, di monumenti che ricordano il loro genio in ogni città o villaggio, casa o nave.

Sempre i loro fantasmi dinanzi a noi s'innalzano
i nostri consanguinei di noi maggiori;
essi regnan su noi, a tavola, a riposo
con segni di bellezza ed atti di bontà.
Come illustrare il benefizio delle idee, ed il servizio che rendono coloro che introducono la verità morale nello spirito generale? In tutta l'economia della mia vita io sono ossessionato da una perpetua tariffa di consumo. Se io lavoro nel mio orto a mondare un melo, ne provo un indubbio godimento, tanto che potrei occuparmi indefinitamente della bisogna. Ma ecco che mi salta in mente che un'intera giornata è passata e tutto quello che ho saputo fare è quel grazioso nulla. Vado a Boston o a New York e mi occupo delle mie faccende; concludo anche qualcosa, ma passa un'altra giornata. M'irrito pensando a quale prezzo ho pagato quel piccolo vantaggio. Mi ricordo allora della pelle d'asino, avendo indosso la quale e standosene comodamente seduti, si ottiene la completa soddisfazione dei proprii desideri; ma un pezzo della pelle se ne parte ad ogni desiderio soddisfatto.

Mi reco ad una riunione di i fiantropi, e per quanto mi sforzi non riesco a distrarre lo sguardo dall'orologio a muro. Ma se in questo momento apparisse qualche nobile spirito, poco al corrente delle persone e dei partiti di Cuba o delle Caroline, ma che proponesse una legge atta a regolare cotesti dettagli della vita, assicurandomi l'equità, che dia scacco matto e annulli ogni possibilità di truffa, riducendo alla bancarotta ogni egoista e rendendomi nota la mia perfetta indipendenza da ogni condizione del paese, del tempo o del corpo umano, quest'uomo mi libererebbe; dimenticherei l'orologio; sarei francato dalla dolorosa relazione che ho con i miei simili; sarei guarito dal mio malessere, dalle mie ferite; e diventerei immortale, venendo a sapere che posseggo dei beni incorruttibili. Ecco qui una grande competizione di ricchi e di poveri. Noi viviamo in un grande mercato dove non esiste che tanto di grano, tanto di lana, tanto di terra. E se io posseggo tanto di più gli è precisamente perché un altro possiede tanto di meno. Sembra che io non possa procurarmi qualche po' di bene, senza una continua violazione alla legge del bene. Nessuna cosa è lieta per la gioia di un altro e il nostro sistema è un sistema di guerra, d'ingiuriosa superiorità. Ogni giovane della razza sassone è nutrito di un desiderio folle di supremazia. E il nostro sistema, e ogni uomo misura la grandezza propria dai rimpianti, dall'invidie, dagli odi dei suoi competitori.

Ma in questi nuovi campi vi è dello spazio; qui non esistono dei gelosi egoismi e delle esclusioni.

Ammiro i grandi uomini d'ogni genere e d'ogni categoria. Coloro che si attengono ai fatti, quelli che vivono di pensiero. Amo il corrucciato ed il sereno, il "Castigo di Dio " e il "Prediletto della umana razza ".Amo il primo Cesare e Carlo Quinto, Carlo XII di Svezia, Riccardo Plantageneto e Bonaparte. Plaudo all'uomo che si trova sempre all'altezza del suo còmpito, a un ufficiale che è all'altezza del suo grado; ai capitani, ai ministri, ai senatori. Amo un dominatore che sta saldo, piantato sulle sue ferree gambe, dal corpo armonicamente sviluppato, eloquente, ricco di qualità, dotato del potere di trascinare tutti gli uomini con il suo fascino, per crearne dei tributari e dei sostegni della sua potenza. Spada e bastone, o mezzi della stessa natura del bastone e della spada, fanno procedere il mondo. Ma reputo il dominatore tanto più grande quanto più può abolire se stesso e tutti gli eroi con lui, lasciando che penetri in noi quell'elemento di ragione che non ha riguardo per alcuno; quell'irresistibile e sottilizzante forza ascensionale distruggitrice d'ogni individualismo; quella potenza così grande ch'ogni potere annulla. Allora ecco un monarca che largisce al suo popolo una costituzione; un pontefice che predica l'eguaglianza delle anime e solleva i suoi servi da ogni barbaro omaggio; ecco un imperatore che può creare la potenza del suo impero.

Desidero specificare, con una certa quale precisione, due o tre punti utili. Alla mia tesi la natura non risparmia mai l'oppio ed il veleno; ma tutte le volte che affligge la creatura nata da Lei con qualche deformità o qualche difetto, egli versa abbondantemente sulle ferite i fiori del papavero, e la vittima procede lietamente lungo la vita, ignorando la rovina, incapace di vederla, benché il mondo sia pronto ad additargliela ad ogni passo. I membri della società umana più indegni ed offensivi, la cui esistenza è una vera peste sociale, si considerano invariabilmente come coloro che sono i peggio trattati tra i mortali e non riescono mai a superare la meraviglia che l'ingratitudine e l'egoismo dei loro contemporanei suscitano in loro. Il nostro pianeta svela le sue virtù nascoste non soltanto attraverso gli eroi e gli arcangeli, ma anche mediante le comari e le serventi. Non vi sembra una combinazione ben rara quella che ha posto in ogni creatura una debita parte d'inerzia, la energia conservatrice che resiste e la collera per essere stato risvegliato o cambiato? Completamente indipendente dalla forza intellettuale che ognuno di noi possiede, è l'orgoglio della nostra opinione, il fatto di credere con sicurezza che si ha ragione.

Non esiste la più debole nonna, il più ruminante idiota che rinunci a far uso di quella favilla di percezione o d'intelligenza che gli è rimasta, per ridere e trionfare in sé delle assurdità di tutti gli altri. La differenza dal mio io, ecco la misura dell'assurdo. Vi è forse qualcuno che supponga di aver torto? Non è un pensiero brillante che ha creata la coesione con le cose, di questo bitume, il più potente e resistente fra i cementi? Ma proprio mentre più sorridi di compiacimento per te stesso, ecco passare una figura che Tersite in persona avrebbe potuto ammirare ed amare. E' colui che ci deve guidare per la via che perseguiamo. E infinito l'aiuto che ci presta. Senza Platone noi perderemmo quasi la nostra fede nella possibilità di un qualche libro ragionevole. Piace a noi di unirci con delle creature eroiche poiché illimitata è la nostra ricettività; e con i grandi i nostri pensieri e i nostri modi diventano grandi. Noi siamo tutti saggi in potenza, benché così poco gli atti rispondano alle intenzioni. Eppure basta che un saggio sia con noi e tutti diventano saggi, tanto rapido è il benefico contagio.

I grandi sono un collirio che guarisce dal contagio i nostri occhi, rendendoci capaci di conoscere altre persone e le loro opere. Ma esistono dei vizi e delle follie che si riversano sopra intere popolazioni e durante intere epoche.

Gli uomini somigliano molto più ai loro contemporanei che ai loro progenitori. E stato osservato che delle vecchie coppie di coniugi, o anche soltanto delle persone che hanno lungamente coabitato, giungono a rassomigliarsi e che, se vivessero ancora per molto tempo assieme, non si riuscirebbe più a distinguerli. La natura aborre però da tali strane compiacenze, che minacciano di fondere in un unico blocco tutto il mondo e bada a rompere questa specie di lacrimevoli cicatrizzazioni. Lo stesso processo di assimilazione si produce tra uomini di una stessa città, d'una stessa setta, di un medesimo partito politico. Le idee del tempo sono nell'aria e " infettano " tutti coloro che le respirano. Vedute da una qualsiasi altezza questa città di New York, questa città di Londra, la civiltà occidentale tutta, appaiono nient'altro che un cumulo di cose insensate e di nefandezze. Noi ci aiutiamo reciprocamente a mantenerci in linea coi giorni che viviamo ed esasperiamo, per forza di emulazione, la frenesia del tempo. Lo scudo che ci difende dalle punture della coscienza, è la pratica generale; cioè i nostri contemporanei. Inoltre, è abbastanza facile di essere tanto saggi e tanto buoni quanto i nostri compagni. Impariamo dai nostri contemporanei quello che sanno, senza alcun sforzo, quasi filtrandolo attraverso i pori della pelle. Lo afferriamo, per simpatia, come può farlo una donna che giunge all'altezza intellettuale e morale del marito. Ma noi ci fermiamo dove loro si fermano e molto difficilmente riusciamo a procedere di un passo. I grandi uomini, o coloro che tutto ritraggono dalla natura e s'innalzano al di sopra dei comuni modi di pensare e di agire con la fedeltà alle idee universali, sono coloro che ci salvano dal pericolo degli errori in comune e ci difendono dai nostri contemporanei. Essi sono le eccezioni che ci occorrono, nella generale uniformità della vegetazione. Una grandezza estranea è l'antidoto sicuro contro lo spirito di combriccola.

È per questo che, nutriti di grandezza e di genio, noi ci liberiamo dal peso delle conversazioni dei nostri simili, esultando unicamente al contatto della natura e lanciati verso quella direzione che ha scelto per noi. Qual indennizzo è il genio per un popolo di pigmei! Ogni madre desidera che almeno uno dei suoi figli sia un genio, dovessero restare dei mediocri tutti gli altri. Ma un nuovo danno appare nell'eccesso d'influenza dell'uomo grande. Il suo magnetismo ci sloggia dal posto che occupiamo. Eccoci diventati dei subalterni e, intellettualmente, altrettanti suicidi. Ma ecco che là all'orizzonte appaiono altri grandi uomini dotati di nuove qualità, contrappeso e freno alla reciproca influenza. Noi ci stanchiamo del miele stillato da una determinata grandezza. Ogni eroe, alla fin fine, è diventato un importuno. Occorreva che Voltaire avesse un cuore eccellente, eppure diceva di Gesù stesso: " Ve ne prego, ch'io non senta mai più il nome di quest'uomo! ~. Vengono esaltate le virtù di Giorgio Washington: " Al diavolo Washington!", ecco il grido del povero giacobino. Ma questa è la difesa indispensabile dell'umana natura. La tendenza centripeta accresce a sua volta la tendenza centrifuga. Noi contrapponiamo un uomo mediante il suo opposto e la salute dello stato generale dipende dall'equilibrio di questo bilancio. Nell'utilizzare gli eroi esiste però un limite, che si raggiunge facilmente. Ogni genio è protetto da una quantità di cose inutili. Sono attraenti in lui e da lungi paiono nostre, ma invece siam tenuti lontani da ogni parte. Quanto più veniamo attratti, tanto più siamo respinti. Vi è qualcosa di non solido nel bene che ci vien fatto; la miglior scoperta è pur sempre quella che l'inventore fa per se stesso. Resta sempre una cosa irreale per il suo compagno, fino al momento in cui essa sostanzia di sé l'altro. Sembra che Dio abbia rivestita ogni anima, che invia sulla terra, di certe virtù e di certe potenze incomunicabili al resto dei mortali e, mandandola a compiere in un altro giro nel ciclo delle esistenze, abbia scritto sulle vesti che la ricoprono: " Non cedibile " oppure " Buono unicamente per questo viaggio ". Vi è un qualcosa che inganna, in tutto ciò che riguarda le relazioni degli spiriti. I limiti ne sono invisibili, ma essi non sono mai varcati. Esiste una tale buona volontà di donare e, di riscontro, una tale buona volontà di ricevere che ognuno minaccia di diventare l'altro; ma la legge dell'individualità raccoglie la sua segreta forza: " Voi siete voi ed io sono io e così dobbiamo restare ".

Perché la Natura vuole che ogni cosa resti tale quale è; e, mentre ogni uomo si sforza di crescere e di scegliere e di scegliere ancora e di crescere, fino ai limiti estremi dell'universo imponendo la legge dell'essere suo ad ogni altra creatura, la natura bada ostinatamente a difendere le individualità di ciascuna da ogni altro. Ad ogni singolo la propria autodifesa. Nulla è più precisamente segnato del potere che protegge ogni individuo dai suoi simili> in un mondo nel quale ognuno che agisce bene può diventar facilmente un malfattore, per il solo fatto di compiere e proseguire un'azione in un determinato punto, dove essa non deve essere svolta; dove i fanciulli sembrano essere così facilmente alla mercè dei loro stolti genitori, e dove quasi tutti gli uomini sono affetti dal male sociale a tal punto da esser continuamente spinti a mescolarsi negli affari altrui. Facciamo bene a parlare degli angeli custodi dei bimbi! Come sono superiori, questi ultimi, nella loro sfera di sicurezza, ben guardata dall'invasione dei cattivi, dalla volgarità e dai moti che hanno un secondo fine! I fanciulli riversano su tutti gli oggetti che contemplano la loro innocenza e la loro bellezza. Essi non sono alla mercè di educatori così meschini come noialtri adulti. Se noi li sgridiamo, molto in fretta dimenticano e non badano a noi, imparando a non contare che su se stessi; e se noi, stoltamente, li guastiamo, imparano il senso della misura altrove.

Non è dunque necessario aver timore di un'eccessiva influenza; è permesso, anzi, una confidenza più generosa. Servi i grandi uomini, e qualunque umiliazione non ti sia a ciò d'impedimento. Non mercanteggiare qualunque servizio che tu sia in grado di fare. Sii una parte d~ loro corpo, come il soffio della loro bocca. Compi una transazione con il tuo egoismo. Chi bada a questo purché tu guadagni qualcosa di più ampio e di più nobile? Non badare al sarcasmo che ti accuserà di Boswellismo: la devozione può facilmente superare il miserabile orgoglio che ti rinchiude nelle sue reti. Sia un altro. Non te, ma un platonico; non un anima, ma un cristiano; non un naturista, ma un Cartesiano; non un poeta, ma un Shakespeariano. Vanamente; il cammino delle tue tendenze non vuole arrestarsi, ne lo vogliono le forze dell'inerzia, del timore o dell'amor proprio? Avanti, sempre più avanti! Il microscopio scopre una monade o un bacillo in mezzo agli infusori che circolano nell'acqua. Ecco che un punto appare sul corpuscolo, si allarga, si divide ed appaiono du6 corpuscoli diversi e completi. Questo stesso distacco ognora continuo, non è meno apparente in ogni pensiero e nella vita della società. I fanciulli credono di non poter vivere senza i loro genitori, ma molto prima che possano rendersene conto il punto nero è apparso ed il distacco è avvenuto. Alla prima occasione si rivelerà la loro completa indipendenza. Ma i Grandi uomini: - la parola è ingiuriosa. Esiste una casta? ilavvi uno speciale destino? Che accade della promessa fatta alla virtù? Il giovane pensoso si lagna della superfetazione causata dalla natura, e dice: " Bello e generoso è il vostro eroe! ma guardate là il povero Paddy che non ha altra patria che la sua carriola! Guardate tutta la sua nazione composta di Paddy !

Perché le masse, dai primi giorni della storia ai nostri giorni son tutte quante gente da strage e carne da cannone? L'idea illustra qualche capo che è ricco di amore, opinione, sentimento, culto di sé; ed essi sollevano fino alla santità il concetto della guerra e della morte, ma ditemi il perché dei miserabili che essi pagano e uccidono?

Il " nessun conto " della vita umana è la tragedia quotidiana. E costituisce in egual modo una perdita il fatto che gli altri siano in basso, tanto quanto lo fossimo noi stessi; poiché è necessario vivere in società.

Si dice abitualmente, rispondendo a queste domande: La società è una scuola pestalozziana in cui ognuno è maestro ed allievo a sua volta. Giova a noi tanto il ricevere quanto il dare. Gli uomini che posseggono le medesime cognizioni non formano certo la migliore compagnia, in senso strettamente reciproco. Ma fate che venga una persona intelligente, dotata di altre qualità e fornita d'un diverso ingegno e accadrà come se voi svuotaste un lago dell'acqua, scavando un bacino inferiore. Sembra un vantaggio puramente meccanico ed è invece, effettivamente, un grande vantaggio per tutti coloro che parlano, perché in tal modo possono raffigurare a se stessi il proprio pensiero. Noi passiamo assai in fretta, nelle nostre personali disposizioni, dalla dignità alla dipendenza. E se scorgiamo taluno che mai si siede sulla poltrona ma resta sempre in piedi, intento a servire, ciò si deve attribuire al fatto che noi non abbiamo modo di frequentare la compagnia per un tempo così lungo, da vedere trasformate le parti. In quanto a quello che noi definiamo " masse " o individui comuni, è chiaro che non esistono "individui comuni". Ogni uomo, in fin dei conti, ha la medesima struttura; e non è possibile vera arte se non è sorretta dalla convinzione che ogni talento ha la sua apoteosi in qualche luogo. Leale il gioco, aperto il campo e le più fresche corone d'alloro a coloro che se ne son resi degni! Ma il cielo marca uno stesso orizzonte per gli sguardi di tutte le creature. Ognuno sta male fino a quando non abbia spinto alla concava sfera il suo raggio particolare, contemplando così il suo talento nella suprema nobiltà e nella suprema esaltazione.

Gli eroi contemporanei sono relativamente grandi, d'una più rapida, crescente gloria; oppure sono coloro nei quali è sviluppata una determinata qualità che, al momento del successo, si trovava nella coscienza di tutti ed era da tutti richiesta. Altri tempi richiederanno altre qualità. Certi lampeggiamenti sfuggono all'osservatore ordinario ed esigono un occhio abile onde percepirli. Chiedete ad un uomo grande se ne esistono dei maggiori di lui. I suoi compagni saranno più grandi non quanto meno, ma quanto più la natura non li possa scorgere. La natura non fa sorgere mai un grande uomo sul pianeta senza confidarne il segreto ad un'altra anima.

Un fatto particolarmente lieto scaturisce da questi studi ed è che il nostro vero amore ascende di continuo. Le glorie del diciannovesimo secolo saranno un giorno citate onde provarne la barbarie. Il genio dell'umanità: ecco il reale soggetto la cui biografia sta scritta nei nostri annali. Quante lacune sono da colmare nei nostri archivi!

La storia dell'universo procede per sintomi e la vita è essenzialmente mnemonica. Nessun uomo, nel corteo delle creature elette, è ragione o intelligenza, o quell'essenza che ci sta a cuore di trovare; ma è, in qualche punto determinato, un'esibizione delle nuove possibilità. Auguriamoci di potere un giorno completare l'immenso quadro composto da questi punti che ancora sono mancanti. Lo studio d'ogni particolare individuo finisce per avviarci verso una regione elementare in cui l'individuo si annulla, o meglio, in cui tutte le individualità si toccano con le loro cime. Il pensiero ed il sentimento che sfolgorano su quei vertici non possono esser distrutti da alcuna barriera di personalità. Eccovi la chiave del potere di cui sono dotati i più grandi uomini - e' la loro stessa anima che si diffonde - -. Una nuova qualità dello spirito si espande notte e giorno fin dalla sua origine in cerchi concentrici e si propaga da se stessa con metodi ignoti. Intima appare l'unione di tutti gli spiriti; quello che ottiene di entrare in uno non può essere scartato da un altro; il minimo acquisto di energia su di un qualunque determinato punto è tanto di guadagnato per la repubblica delle anime. Se le differenze di talento e di opposizione scomparissero, nel considerare gli individui durante il tempo che è necessario per completare la carriera di ognuno, scomparirebbe ben più rapidamente ancora 1 ingiustizia apparente; tanto più se noi riusciamo ad innalzarci fino al punto dell'identità centrale di tutti gli individui, vedendo che tutti sono composti con una sostanza che crea e che comanda. Il genio dell'umanità è il vero punto di vista della storia. Le qualità perdurano; gli uomini che le manifestano ne posseggono in varia misura, ma passano. Le qualità si trasportano su di un altro fronte. Nessuna esperienza è più famigliare. Per l'addietro voi avete vedute delle fenici; sono scomparse, eppure il mondo non ha perduto per questo il suo incanto. I vasi, sui quali voi scoprite dei sacri emblemi sono stati un giorno del comunissimo vasellame. Ma il " senso " dei dipinti è sacro e per questo voi potete ancora comprenderli, sparsi su tutti i muri del mondo. Per qualche tempo le nostre guide ci servono personalmente come pietre miliari del progresso. Un tempo essi sono stati degli angeli della scienza e le loro figure hanno toccato il cielo. Poi noi ci siamo avvicinati, abbiamo compreso i mezzi di cui dispongono, la loro cultura, il loro limite ed hanno ceduto il posto ad altri geni. Felici quei nomi che si sono serbati alti, al punto da non poterli comprendere e in modo che né il tempo né i paragoni non hanno potuto toglier un raggio alla loro raggiera. Ma infine noi cesseremo di cercare negli uomini delle nature complete e ci accontenteremo della loro qualità sociale ben definita. Tutto quello che riguarda l'individuo è temporaneo e prospettico, come l'individuo stesso che franca i suoi limiti onde penetrare in una esistenza universale. Noi non potremo mai penetrare nei recessi del vero e migliore benefizio del genio, fino a che lo reputiamo una forza originale. Dal momento che cessa di aiutarci come causa, comincia ad aiutarci maggiormente come effetto. Allora egli appare come l'esponente d'uno spirito e d'una volontà più vaste. Il se stesso opaco diventa traslucido alla luce della Causa Originaria.

Pertanto, nei limiti dell'educazione e dell'azione umana, possiamo dire che i grandi uomini esistono perché possano esistere altri uomini più grandi.

Il destino della natura organizzata è il miglioramento e chi può assegnargli dei limiti? E dell'uomo il trionfare del caos; il diffondere, fin che vive, il seme della scienza e della poesia affinché il clima, il grano, gli animali, gli uomini diventino migliori e si moltiplichino i germi dell'amore e del bene.